XXXII Biennale Venezia (Venezia, 1964)

Nella persona di Csohány abbiamo un eminente disegnatore della giovane generazione dei grafici, il quale ha saputo tenere lontano le tentazioni sia del preziosismo letterario ehe della maniera po­­polareggiante, di cattiva memoria anche nel nostro paese. Sia che ricerchi lo stimolo ispiratore degli eterni ideali nei capolavori della letteratura univer­sale o di quella ungherese, sia in quelli della poesia popolare europea,è soprattutto nellafonte pura del­la sua personalità originale, di una profonda dolce liricità e di un umorismo pudico ehe egli attinge le sue forme, espressioni di una vigorosa umanità. Nelle sue incisioni in rame e in tutta la sua arte di disegnatore egli compléta il dominio autonomo sulle tradizionali possibilità tecniche dei vari ge­­ neri con realizzazioni fresche e raffinate di soggetd attuali ehe costituiscono un degno contributo deli’ arte ungherese alla ricchezza tematica dell’arte grafica dei nostri tempi. Lajos Yayer XXXII BIENNALE VENEZIA 1964 — UNGHERIA TESTO: PROF. L. VAYER COMMISSARIO DELLA SEZIONE PRESENTAZIONE GRAFICA: G. PAPP FOTOGRAFIE: K. KOFFÁN, K. KÓNYA, I. PETRÁS, S. SÁRA le«___—________________________._______m___________________________________________________________________________________________________________ • - XXXII BIENNALE VENEZIA - 1964 Kossuth Ny. Budapest

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