Synnove Anker Auzrdal Norvegia - La Biennale di Venezia (Venezia, 1982)

In virtu’ della sua fantasia e della sua capacita' a rinnovarsi mediante l'uso di diversi materiali e forme d'espressione, l'arte della tessitura ha man mano con­quistato il suo ruolo indipendente tra le discipline dell'arte figurativa. Dai tradizionali arazzi tessuti da abili artigiani su modello dei cartoni dei pittori, il tessuto s'e' sviluppato nella superficie e nello spazio in opere d'arte personali. Anche in Norvegia, ove in passato gli arazzi venivano tessuti nella provincia in una ricreazino popolare di modelli accade­mici, molti artisti hanno scorto le molteplici possibilità' di evoluzione e di rinnovamento del tessuto. Synnove Anker Aurdal assume un ruolo centrale nell'arte tessile nazionale dell'epoca contemporanea. Nella combinazione della fantasia e dell'artigianato lei s'e' per molti anni affermata come uno dei principali artisti della tessitura norvegese. Lei ricrea il veduto e il vissuto in una sintesi ornamen­tale nella quale l'idea e la forma si fondono in un'immagine valida. Le sue immagini tessili hanno dis­involtamente integrato degli elementi di arazzi della Valle di Gudbrandsdalen del '500 e '600. Ritroviamo il caratteristico svolgimento diagonale, l'esuberante piacere ornamentale e la vigorosa tecnica di trinciatura, applicati in una maniera nuova e personale. Nella Haakonshall - l’antica e gloriosa sede di Re Haakon a Bergen - questo fantastico sfoggio di forme e di colori si manifesta perfetta­mente nell’arazzo del seggio reale, tessuto alla fine degli anni '50. Synnove Anker Aurdal e' un pioniere dell'arte tessile notvegese. Il suo vivo interesse per le possibilità' del materiale porta costantemente a dei nuovi impulsi. Lei sperimenta con delle catenelle di metallo e con del filo di rame, con specchi e con perle d'acciaio, e riesce con naturale sicurezza a combinare questi materiali con delle fibre artificiali e con dei filati tradi­zionali. Il rame de "Il canto di Santa Cecilia" irradia calore. Dalle coperte parapioggia, le catenelle di perle d'acciaio pendono come delle strisele d'acqua su una finestra. Per la sezione nordica della Biennale di Venezia 1982 l'artista e il comitato notve­gese hanno scelto 13 arazzi degli scorsi 10-12 anni. S'attira la maggiore attenzione il grande arazzo che e' stato il dono nazio­nale della Norvegia al giubileo dei 1100 anni dell'lslanda. Questa visione paesaggistica, col maestoso panorama del mare calmo e delle montagne strisciate di neve, e’ stato da Synnove Anker Aurdal intitolato "Lo spazio e le parole". - "lo ho pensato al mare, al morbido suono, al movimento, al ritmo, ma ho/sprattutto pensato ad esso come la strada percorsa dalla poesia e dalla letteratura tra l'Islanda e la Norvegia. Ho voluto accennare a quell'azione reci­proca e a quell'ispirazione che pertanto tempo sono intercorse tra i due paesi" - ci dice Synnove Anker Aurdal a proposito di questa sua composizione, svolta sull'intersezione tra l'astratto e il paesaggio. Sui bordi sono intessute citazioni degli antichi poemi nordici Hàvamàl e Edda­­kvadene, nonché' brani di poeti contem­poranei islandesi e norvegesi. Nel corso degli anni la musica e la poesia sono state di forte ispirazione per Synnove Anker Aurdal, e per mezzo di citazioni da poesie che ama, lei tesse dei fili per là comprensione delle sue immagini astratte. Le iscrizioni sono spesso eseguite in modo talmente singolare e ornamentale che le stesse lettere si trasformano in un disegno. "Saggezza cinese", colla sua forma bislunga di goccia rossa, contiene intessute delle linee di una poesia. Esse sono ripro­dotte in piccoli frammenti e devono leg­gersi dal di sotto all'insu': "Aa staa opp om morgenen og male bokstaver" (Alzarsi di mattina e dipingere lettere) si legge facil­mente; e’ riprodotto in modo chiaro e familiare. Ma poi si giunge al fantastico, all'inaspettato, che rende la poesia emozionante: "Meterhoie" (Alte (un) metro) - ed e' veramente tessuto con delle lettere alte un metro. Seguono poi delle zone sospese nello spazio, molto elevate da tutto il resto. Prima "er ikke" (non e'), poi "dette" (questa), e infine con estatico entusiasmo la singola parola in giallo su giallo: "lykke" ((la) felicita'). Una rielabora­zione in lana tinta di Lin Yutang: "Alzarsi di mattina e dipingere lettere, alte (un) metro, non e' questa (la) felicita'?". Per Remfeldt

Next