Szépművészet 2. (1941)

1941 / 8. szám - Bildende Kunst-Belle Arti

lichen Vortrag. Den gemeinsamen Nenner seiner hervor­ragendsten Schöpfungen bildet die Vortragsweise, der ausser­ordentliche Schwung seines Farbenauftrags und die Unmittel­barkeit. Besonders in den Bildern von kleinem Format tritt die Bravour des Malens ohne vorangehende Zeichnung zutage. Er beherrschte die „alla prima“-Malerei ebenso wie die schichtenweise vorgehende Malweise. Das Wesen des Maleri­schen bei Munkácsy, besonders in den Werken von kleinerem Format besteht durchgehend in der Beherrschung der ganzen Bildfläche, in dem sich auch bei der Schichtenmalerei auf die ganze Bildfläche erstreckenden leidenschaftlichen Schwung des Vortrags. Aus diesem Prinzip der Beherrschung der ganzen Bildfläche ergibt sich der üppige Reichtum, die pastose Art und der temperamentvolle Charakter der Vortragsweise. Auch die grossen Gegensätze seines Kolorismus sind mitein­ander durch feine Übergänge verbunden. Das ganze Bild führt ein selbstständiges und einheitliches Leben und sogar die blendenden weissen Flecke leuchten an den ihnen zukommen­den Stellen. Ein prächtiges Beispiel für seinen entwickelten Vortrag liefert die „Kolpacher Schule“. Am liebsten huldigte er dennoch der alla prima-Malerei. Sogar bei Bildern von sehr grossen Format (Der Park von Kolpach) bewältigt er mit leichter Hand die ausserordentlich schwierige Aufgabe. Aladár Fáy : Die ungarische Ornamentik. Die Orna­mentik ist stets eine Kunst der Gemeinschaft. Die Ornamentik Europas gliederte sich in zwei von einander abgrenzbare Schichten: in die auf Bewusstheit ruhenden Oberflächen — oder bürgerliche und in die auf Instinktivem fussen­­den Tiefen — oder völkische Schicht. Zwischen den beiden Schichten ist eine ständige Kommunikation wahrzunehmen. Auch die ungarische Volkskunst hat viele bürgerliche Elemente verwertet, wichtig ist aber nicht, woher ein Motiv stammt, sondern was aus ihr bei den verschiedenen Völkern geworden ist. An der ungarischen Volkskunst sind auch dann die Gesetze des arteigenen ornamentalen Geschmacks abzulesen, wenn einzelne Motive fremden Ursprungs sind. Ein sehr wertvoller Zug der ungarischen Volkskunst ist ihr Stoff- und stilgerechtes Schaffen: jedem Material, jedem Mittel und Verfahren entspricht ein besonderes Formprinzip. Innerhalb dieser strengen, für die Völker Osteuropas im allgemeinen kennzeichnenden Gebundenheit offenbart sich der Wille zur Abwechslung und der Reichtum der Phantasie. Ein weiterer charakteristischer Zug der ungarischen Volks­kunst ist das dichterische Erleben der Natur. Sie meidet künstliche Zusammenstellungen, hält am Organischen fest, obwohl sie sich in der Gruppierung als unberechenbar erweist. Ihre Symmetrie ist wie die des Menschen: auf beiden Seiten sind die selben Glieder, sie treten aber in verschiedenen Bewegungen in Erscheinung (Abb. 2.); eine charakteristische Eigenschaft dieser Ornamentik ist die spielerisch bewegte mittlere Achse (Abb. 3.). Das schmiegsame Liniensystem liebt sie in allgemeinen nicht, und wenn sie sie verwendet (unter den Einfluss des Barocks), dann ist eine gewisse „ Keck­heit“ an ihr zu spüren (Abb. 9.); sie zieht aber die deutliche Abzweigung vor (Abb. 10.). Die ungarische Volkskunst beutet die ornamentale Kraft der deutlichen Parallelen und der scharfen Gegensätze aus. Sie verdichtet das Ornament mög­lichst auf strukturell wichtigen Stellen und lässt grosse schmuck­lose Flächen frei, worin ihr Sinn für Monumentalität zu Tage tritt (Abb. ii.), z. B. auf dem ungarischen Bauernmantel. Die gesamte ungarische Volkstracht ist eine Betonung der Gegliedertheit des menschlichen Körpers, Auch in der Anwendung der Farben äussert sich Ernst und Entschieden­heit. Die ungarische Ornamentik liebt die Gegensätze, meidet tia d'una pittura senza abbozzo si segue particolarmente nelle opere piccole. Fü padrone tanto della pittura „alla prima“ come della maniera di sovrapporre gli strati. La sostanza del suo pittoresco é il dominio su tutto il quadro, lo slancio appas­sionato della rappresentazione, esteso su tutta la superficie pur nella stratificazione dei colori. Da questo principio risulta la rappresentazione rigogliosa, il suo carattere veemente. Congiunti i contrasti del colorismo per fini passaggi, tutto il quadro vive d'una vita autonoma unitaria. Un magnifico esempio della sua maniera é la „Scuola di Kolpach“. Si diede pero piuttosto alla pittura „alla prima“, padroneggia il grave compito pur nelle opere piü vaste (Il parco di Kolpach). Aladár Fáy : L'arte decorativa ungherese. L'arte deco­­rativa europea si era venuta stratificando nell’arte decorativa di „superficie“, consapevole, della borghesia, e in quella „profonda“, istintiva del popolo. Si puö stabilire una costante interferenza delle ondate partite da amendue le parti. L'arte popolare ungherese si é servita anch'essa di tanti elementi dell’arte della borghesia ma ciö ehe importa, non é l'origine bensi il divenire e la varia formazione dell'elemento impre­­stato. L'arte popolare ungherese, pur essendone alcuni motivi d'origine straniera, dá le norme del gusto decorativo e della maniera di pensare ungheresi. Unó degli alti pregi della nostra arte popolare é il modo di procedere conformemente alla materia e alio stile: quante materie, quanti mezzi e procedimenti, tante sono le vie per l’awiamento formale artistico. Ma in questo campo ristretto, severamente normato e generalmente caratteristico per i popoli dell'Europa Orientale si manifesta un’esigenza della varietá e una ricchezza di fantasia. Nonché é caratteristico l'esperienza poetica della natura, il tenersi fermo alla costru­­zione organica, benché nel raggruppamento sia imprevedibile. La sua simmetria é come quella dell'uomo: ai due lati ha le stesse membra, ma il movimento ne puö essere diverso (Fig. 2.) é caratteristico il movimento dell'asse di mezzo (Fig. 3.). In generale non vuole il sistema di linee pieghevole, e seppur l'adopera (per effetto del barocco), vi contempera un pö’di baldanza (Fig. 9.), preferisce la decisa ramificazione (Fig. 10.). Sfrutta intanto il valore decorativo dei paralleli e dei netti contrasti. L'ornamento riunisce possibilmente sui posti voluti dalia struttura, e lascia senza ornamento grandi superficie, il che dá testimonianza del suo senso monumentale. Tutto il costume popolare ungherese accentua la membratura dei corpo umano. Nell'uso dei colori si manifesta serietá, decisione, ama i contrasti, schiva le sfumature di passaggio, non s'astiene dai colori pieni. Distingue nel grado d'oscuritá e nel territorio dei colori, per cui, schivando il tono variopinto, conferisce un certo colorismo all'opera. Zoltán Nagy : János Pásztor, nato d'una famiglia dalle origini contadinesche. Dopo un pö di preparazione a Budapest, egli ha studiato a Párigi, ehe alla svolta del secolo s'attegió da capitale rivoluzionaria dell'arte di tutto il mondo. Pochi erano gli artisi ehe andassero netti dal suo influsso, senza averlo subito. Non badando troppo alle rivoluzioni vi ^scopri e ve ne tolse per la sua mente critica la legge, quella eterna, e rivolse animo alle opere classiche della scultura. L’ideale che professó sin dai primi tempi, fü quellojdel bello eterno, la purezza classica delle forme e delle idee. Ma quanto alia realizzazione, la fece in una maniera prettamente ungherese. Le prime statue, con cui ebbe il primo successo a Budapest (fra questo „il Congedo“) non son dovute a Parigi, bensi alia dimora nella pianura, alla patria ristretta di Hódmező­vásárhely. Esordisce la carriera con le figure tipicamente ungheresi del „Congedo“, uomini rappresentanti alio stesso 209

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